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primum non nocere
 

Le tecniche diagnostiche e di terapia cosiddetta "naturale" sono innumerevoli: Iridologia, Vega Test, Kinesiologia, Mineralogramma, Omeopatia, Antroposofia, Fitoterapia, Fiori di Bach, Aromaterapia, Medicina Ayurvedica, Medicina Tibetana, Medicina Cinese, Digitopressione, Shiatzu, Cromoterapia, Chiropratica, Bioenergetica, Medicina olistica ecc. 

In comune esse hanno il tentativo di mantenere una visione globale dell'essere umano, cioè la preoccupazione di non affrontare semplicemente il sintomo della malattia, ma di correggere lo stile di vita.

Le più diffuse medicine alternative o non convenzionali in Italia sono quattro:

Sono milioni gli italiani che si curano con queste terapie, eppure, nonostante questo fenomeno di massa, le medicine alternative fanno parte solo marginalmente della medicina ufficiale riconosciuta dalla struttura statale. A differenza p.es. della Francia, dove le cure omeopatiche sono rimborsate dallo Stato, o della Germania, dove si vendono come medicinali almeno 12.000 prodotti fitoterapeutici differenti.

Il fatto stesso che un rimedio omeopatico possa essere venduto nelle erboristerie e che venga catalogato come prodotto dolciario, dimostra che in questo settore domina ancora in Italia molta confusione.

In Italia il ricorso alla medicina alternativa è maggiore tra i giovani di età compresa tra i 25 e i 34 anni, tra le persone in possesso di un titolo di studio universitario e negli strati sociali più elevati. All'estero si riscontra la maggiore diffusione di queste medicine nei paesi a capitalismo avanzato, come p.es. l'Olanda e la Gran Bretagna.

Le spiegazioni date a questo fenomeno di massa sono le seguenti:

Su quest'ultimo punto la medicina occidentale, da sempre favorevole all'uso di sostanze che aggrediscano dal di fuori le cause della malattia, sembra aver trovato un punto d'incontro con le medicine alternative, specie con quelle rituali dei popoli primitivi.

Recenti analisi biochimiche e farmacologiche hanno infatti dimostrato che il sistema immunitario, determinante nell'evoluzione delle malattie degenerative, è regolato dal sistema nervoso centrale anche a partire da fattori emotivi e componenti psicologiche.

In altre parole, il sistema nervoso può agire sia determinando patologie (p.es. le ulcere), sia provocando guarigioni, il tutto alzando o abbassando il livello delle difese immunitarie dell'organismo.

Se questo è vero, le prospettive di terapia per malattie post-industriali come cancro e Aids possono avere notevoli convergenze con la medicina rituale.

Di recente in Italia si è costituita una Società di antropologia medica, con sede a Perugia, che pratica la psico-immunologia. I suoi terapisti sostengono che creando uno stato di certezza della guarigione, si stimola il sistema nervoso ad adeguarsi e a realizzarla concretamente, attraverso l'aumento delle difese organiche.

Le stesse guarigioni miracolose che avvengono nei pellegrinaggi possono essere spiegate come l'effetto di un pathos collettivo che produce effetti biologici indotti da una sollecitazione di grande potenza del sistema nervoso centrale.

Senza qui voler considerare gli interessi commerciali delle imprese farmaceutiche, è fuor di dubbio che la scienza occidentale ritiene "scientifico" solo ciò che è provato sperimentalmente (in laboratorio).

In forza di tali convinzioni, essa p.es. ritiene che l'omeopatia non sia molto diversa dal cosiddetto "effetto placebo"; che l'agopuntura non sia altro che una forma di stimolazione di sostanze analgesiche (p.es. le endorfine) già presenti nel cervello; che la pranoterapia sia solo una forma di autosuggestione; che nessuno riuscirà mai a dimostrare che un principio medicinale naturale sia di per sé meno tossico di un medicinale sintetizzato in laboratorio.

In realtà la medicina non ortodossa ha di diverso rispetto a quella ufficiale una cosa molto importante: il fatto di prestare maggiore attenzione agli aspetti emotivi ed affettivi della persona e di attribuire un valore particolare alle sue esperienze pregresse. La malattia infatti viene considerata come uno squilibrio psico-fisico ed energetico le cui origini possono risalire anche in un lontano passato.

Oggi peraltro pare assodato che nelle patologie degenerative, in cui il sistema immunitario va in tilt, giochino un ruolo fondamentale anche i fattori legati al modo in cui viviamo, come l'alimentazione, l'inquinamento, il fumo o il tipo di reattività agli stress.

In Germania ha conosciuto molta fortuna la medicina antroposofica. Essa p.es. afferma una cosa che a noi forse farebbe sorridere: il vischio è il primo chemioterapico che si conosca. Infatti possiede non solo la capacità di frenare la crescita delle cellule tumorali, ma anche quella di aumentare selettivamente le difese dell'organismo nei confronti della malattia.

I cosiddetti "medici igienisti" ritengono che la loro proposta terapeutica: il digiuno (che in fondo ha radici bibliche), sia in grado non solo di prevenire i tumori ma persino di curarli (specie nella fase iniziale). Il corpo, privato di nutrimento esterno, in qualche modo si nutrirebbe da solo, utilizzando prima le riserve, poi le cellule meno importanti (ivi incluse quelle tumorali), purificando e ringiovanendo tutti i processi fisiologici.

La stessa omeopatia mira a ottimizzare le capacità di difesa naturali dell'organismo. Essa non è in grado di guarire i tumori, ma di offrire un'importante funzione di supporto antidolorifica.

Queste e altre terapie, favorendo la sopportazione del dolore, permettono al malato di accettare meglio la sua condizione. Lo rendono protagonista di una possibile guarigione.

Negli studi di molti psicosomatisti è infatti emerso che la depressione è il terreno più fertile per l'insorgere del tumore. L'identikit del paziente tumorale è quello di una persona che reprime gli aspetti affettivi, emotivi, che ha uno stile di vita con scarsi interessi, per cui l'esistenza stessa è vissuta come "ingabbiante". Il tumore è l'espressione negativa della voglia di uscire da questa "gabbia". Attraverso il cancro l'organismo compie un cammino evolutivo all'indietro, in quanto le cellule tumorali sono indifferenziate, non specializzate, cioè sono molto simili alle cellule embrionali.

Riflessioni di questo genere non possono essere ignorate dalla medicina ufficiale. Come non è possibile che le medicine alternative si limitino a vedere il paziente ognuna dal suo particolare angolo prospettico, senza un confronto serrato con la medicina allopatica.


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