i
disturbi del comportamento
alimentare
Nel
1994, anno di pubblicazione del manuale Diagnostico e statistico dei Disturbi
Mentali dell’Associazione Psichiatrica Americana
(DSM-IV), la classe medica
distingue due principali disturbi del comportamento alimentare:
l'anoressia nervosa e la bulimia nervosa.
Accanto
ad essi é stata descritta un’ampia ed eterogenea categoria di "disturbi
del comportamento alimentare atipici", che non corrispondono a tutti i
criteri diagnostici dell'anoressia o della bulimia nervosa.
ANORESSIA NERVOSA
E'
stata descritta la prima volta dal medico inglese R. Norton nel 1694 e, fino a
tre anni fa, é stata considerata una malattia rara. Oggi invece sembra colpire
lo 0,28% delle adolescenti a delle giovani donne adulte. II 90‑95% delle
persone colpite appartiene al sesso femminile ed i maschi costituiscono tuttora
una minoranza. L'età dell'esordio del disturbo é compresa tra i 12 ed i 25
anni, con un doppio picco di maggiore frequenza a 14 a 18 anni; negli ultimi
tempi sono stati diagnosticati casi ad incidenza più tardiva, dopo i
20‑30 anni. Colpisce soprattutto la popolazione occidentale, é rara nei
paesi in via di sviluppo. Attualmente é distribuita in modo omogeneo nelle
varie classi sociali, ciò é stato confermato anche da due ricerche
epidemiologiche eseguite da una équipe.
COME
CAPIRE SE SI E’ AFFETTI DA ANORESSIA NERVOSA.
Una
persona é affetta da anoressia nervosa se manifesta tutte a quattro le
caratteristiche che seguono:
-
severa perdita di peso
-
paura di ingrassare
-
preoccupazione estrema per il peso a l'aspetto fisico
-
amenorrea (mancanza di almeno tre cicli mestruali consecutivi)
BULIMIA NERVOSA
La bulimia nervosa é un disturbo comparso all'inizio degli anni 70 ed é stata
descritta per la prima volta negli studi sulla "bulimaressia" condotti
tra gli studenti dei college americani.
Nel
1979 il Prof. Russel pubblicò un articolo intitolato "Bulimia nervosa: una
inquietante variante dell'anoressia nervosa".
Dal
1980 in poi sono stati compiuti più di sessanta studi, per valutare l'incidenza
a la prevalenza, che hanno fornito risultati abbastanza omogenei.
I
clinici di vari Paesi occidentali hanno notato un aumento drammatico dei casi di
richiesta di trattamento della bulimia nervosa; in Italia si é verificata la
stessa cosa, forse con alcuni anni di ritardo rispetto ai paesi anglosassoni.
Non sappiamo perché ci sia stato questo incremento improvviso; nessuno sa perché
la bulimia nervosa risulti in aumento e non possiamo prevedere che cosa accadrà
in futuro.
Per pronunciare una
diagnosi di bulimia nervosa debbono essere presenti tutte e cinque le seguenti
caratteristiche.
1. Abbuffate ricorrenti. Un'abbuffata, traduzione del termine inglese
binge-eating, si definisce sulla base di due caratteristiche che debbono essere
entrambe presenti: il consumo di una grande quantità di cibo, la sensazione di
perdita di controllo sull'atto di mangiare. L'abbuffata deve inoltre verificarsi
in un periodo di tempo abbastanza prolungato.
2. Comportamenti di compenso. La seconda caratteristica importante della bulimia
nervosa é che le abbuffate debbono essere seguite da condotte compensatorie,
finalizzare a prevenire l'aumento di peso. Il mezzo più frequentemente usato é
il vomito che, in alcuni casi, può essere autoindotto dopo l'assunzione di
qualsiasi cibo, e non necessariamente dopo un'abbuffata.
3. Frequenza delle abbuffate a dei comportamenti di compenso. Perché sia
diagnosticata la bulimia nervosa, le abbuffate e le condotte compensatorie
devono verificarsi almeno 2 volte la settimana.
4. Preoccupazione estrema per il peso a l'aspetto fisico. Le persone bulimiche
si preoccupano molto del proprio peso e aspetto fisico e la loro autostima varia
soprattutto in base a questi due fattori. II disturbo non si manifesta
esclusivamente nel corso di episodi di anoressia nervosa.
La bulimia nervosa
viene suddivisa in due sottotipi:
-
con condotte di eliminazione
-
senza condotte di eliminazione
Nel
primo caso la persona pratica regolarmente il vomito autoindotto.
Un
disturbo che recentemente ha ricevuto una grande attenzione e che sembra
differenziarsi dall'anoressia nervosa e dalla bulimia nervosa con condotte di
eliminazione, è quello che gli anglosassoni chiamano Binge eating disorder.
Binge eating
disorder o disturbo da alimentazione incontrollata
Circa il 20-30% dei soggetti che
richiedono un trattamento per l'obesità presso centri specializzati rientrano
nella definizione di disturbo di comportamento alimentare ma non in quella della
bulimia nervosa, perché nella maggior parte dei casi non utilizzano, dopo le
abbuffate, i cosiddetti "mezzi di compenso".
L’esatta
prevalenza di questo disturbo tra i soggetti obesi non è del tutto nota. Sembra
tuttavia essere del 20-30% tra quelli che
chiedono un trattamento per l'obesità a dello 0.7-4% tra gli
individui obesi in genere. Le caratteristiche cliniche di questo
disturbo ricalcano quelle della bulimia nervosa. Le persone che ne sono affette
si preoccupano moltissimo del proprio comportamento e lo giudicano un serio
problema. Numerosi indizi portano a pensare che i fattori socio culturali
possano giocare un ruolo importante nel favorire lo sviluppo dei disturbi del
comportamento alimentare. E’ difficile stabilire esattamente il momento in cui
la moda della magrezza si è affacciata presso le società occidentali.
La MITIZZAZIONE dei disturbi
del comportamento alimentare
Non
é la prima volta nella storia the accade the una malattia venga glorificata al
punto di assumere significati the la rendono particolarmente desiderabile a
irritabile da parte di alcuni soggetti. Nel 19° Secolo ad esempio, la TBC fu in
un certo senso una "malattia di moda" , considerata indice di
carattere gentile, delicato a sensibile; conseguentemente era diventato di moda
avere un aspetto malaticcio a pallido. Una situazione simile sembra essersi
verificata recentemente con l'anoressia nervosa, the é stata spesso descritta
come un disturbo tipico delle ragazze ricche, molto intelligenti, alla ricerca
del successo a della perfezione, qualità spesso molto enfatizzante dalla nostra
società.
L'eccessiva
preoccupazione per il peso a l'aspetto fisico é considerata la psicopatologia
specifica dell'anoressia nervosa a della bulimia nervosa. Le persone con
problemi alimentari, infatti, idealizzano la magrezza a la perdita di peso a
hanno comportamenti quasi del tutto finalizzati ad evitare anche il minimo
incremento ponderale.
La seconda caratteristica cognitiva dei soggetti affetti da disturbi alimentari
viene chiamata "deficit del concetto di sé". La valutazione negativa
di sé presente in queste ragazze, nella maggior parte dei casi, precede di
molti anni la comparsa del problema alimentare, a si manifesta con una estrema
insicurezza in quasi tutte le aree the richiedono una prestazione (relazioni
interpersonali, scuola, lavoro, ecc).
Altre caratteristiche cognitive generali, quasi sempre presenti negli individui
affetti da disturbi del comportamento alimentare e che spiegano le peculiarità
del loro comportamento sono il perfezionismo, il pensiero "tutto o
nulla", l'impulsività a l'ossessività.
L’intervento psicologico a psicoterapico é affiancato ad un attento
monitoraggio del quadro somatico: le patologie del comportamento alimentare
hanno infatti una serie di gravi conseguenze sul fisico delle pazienti, ed é
fondamentale che assieme alla cura della "psiche", si appronti un
attento intervento sul "soma", in quanto i sintomi fisici possono
assumere caratteristiche di straordinaria gravità: possono infatti verificarsi
alterazioni metaboliche cardiopolmonari, renali, arteriose, disturbi
gastrointestinali, danni ai denti, alle ossa, alle ghiandole salivari ed altro.
E' risultato chiaro che l'intervento di maggior efficacia é quello svolto da équipe
multidisciplinari formate da diverse figure professionali (medici, psichiatri,
psicologi, internisti, infermieri, educatori), che possano farsi carico non solo
del paziente, ma anche della famiglia, formando e seguendo i genitori della
paziente attraverso gruppi d'aiuto o informazione.
Gli
interventi di questo tipo, ora presenti anche in ambito pubblico nella USL3
Genovese, si rifanno al modello cognitivo comportamentale, che sembra essere il
modello attualmente di maggior efficacia.
La terapia cognitivo-comportamentale per la bulimia nervosa é stata messa a
punto in modo definitivo all'inizio degli anni 80 dal Prof. C. Fairbur
dell'Università di Oxford. Originariamente destinata a pazienti affetti da
bulimia nervosa, é stata di recente modificata per la cura delle persone
affette da disturbo da alimentazione incontrollata. L'efficacia dell'intervento
si é rivelata pari o superiore a tutte le terapie fino ad ora sperimentate. Ed
é stata introdotta in Italia dal Dott. Dalla Grave, il maggior esperto italiano
del settore.
A
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